12 aprile 2022
Aucuba
Aucuba
Alla famiglia delle Cornaceae appartiene anche l’Aucuba (Aucuba japonica), un bel cespuglio da giardino proveniente dalle terre orientali, che ha trovato una buona diffusione in Italia a scopo ornamentale. Il mio esemplare conta almeno vent’anni e non è più alto di due metri e mezzo. È sempreverde e ha una chioma tondeggiante e tanto densa che non consente di penetrare all’interno del cespuglio. Resi-ste tranquillamente alla siccità, all’inquinamento, al freddo e alle malattie.
La corteccia dei rami e del fusto sono verdi, e le foglie sono piuttosto coriaceee, disposte a coppia, ovali, dentellate ai margini e spesso macchiettate di parti più chiare.
I fiorellini, poco appariscenti, sono riuniti in piccole pannocchie e, trattandosi di una pianta dioica, per avere la produzione delle bacche è necessaria la presenza di esemplari di sesso diverso.
È un cespuglio che può essere coltivato anche per decorare gli interni, purché non troppo riscaldati e sufficientemente luminosi. Preferisce posizioni piuttosto ombreggiate e, comunque, mal si adatta a posizioni perennemente al sole.
È opportuno sapere che sia le fo-glie sia le belle bacche rosse che abbelliscono gli esemplari femminili fino ai mesi primaverili sono tossiche. Dopo qualche anno la pianta può essere annaffiata solo quando il terreno intorno è ben asciutto e io di solito lascio la canna dell’acqua all’interno del cespuglio per una decina di minuti.
Durante l’inverno le annaffiature vanno effettuate solo in presenza di periodi privi di precipitazioni per molto tempo. Le concimazioni le limito spargendo qualche manciata di concime pellettato ai piedi della pianta in febbraio-marzo. Di potatura in genere non c’è necessità, a meno che non si voglia realizzare una siepe.
È sufficiente togliere le foglie sec-che, sfoltire o eliminare qualche ramo rotto o posizionato male. Per la riproduzione si può ricorrere alla semina in autunno interrando i semi appena prodotti e invasando successivamente le piantine che, dopo un paio d’anni, potranno essere messe a dimora. Più semplice forse è ricorrere alla propagazione per talea, nei mesi di agosto-settembre, metodo che assicura nuovi esemplari identici alla varietà scelta. Le talee vanno tagliate sotto i nodi dove maggio-re è l’attività rizogena e possibilmente spolverate con l’apposito ormone radicante.
Le talee vanno protette nei mesi freddi con un telo plastico o con tessuto non tessuto.
Di malattie in genere non si par-la e potrebbero esserci problemi per le radici solo in presenza di un terreno eccessivamente umido con ristagni d’acqua.
È comunque sempre opportuno porre attenzione allo stato delle foglie per identificare per tem-po l’attacco di qualche parassita come la cocciniglia, così da potere eliminare il problema ricorrendo solo a interventi innocui con batuffoli imbevuti di alcol o con acqua saponata.
Prof. Massimo Caneva